giovedì 25 agosto 2016

7 - Classi umane ed aristocrazia spirituale

Ogni modello di evoluzione spirituale umana preso in considerazione, lungi dal determinare un impegno speculativo alla fin fine di poco conto e più che altro interessante per le anime belle del pensare (cioè lungi dall’essere una sega mentale), si mostra in realtà determinante sul piano pratico della politica riguardo i più stringenti argomenti d’attualità, come il regolamento dell’etica del diritto e dell’etica del governare.

Sulla definizione di umano, specialmente in relazione ad argomenti quali l’aborto, il suicidio e l’auto-determinazione, la sfera pubblica profana si sposta entro un dualismo che in fin dei conti va dal bio-ontologismo del “è un uomo chiunque sia già, di fatto, una nuova sintesi operativa e vivente originata da genitori umani”, al sensismo cognitivista del “è un uomo chiunque abbia auto-coscienza, specie nell’atto del soffrire”. Come in ogni dualismo, anche in questo la Scienza Sacra scova l’occasione, per la coscienza, di apprendere per comparazione e quindi risalire dai fenomeni alle cause, accedendo ad uno sguardo analogico che tenga conto dell’unità ed eternità dell’essere, aldilà del dispiegarsi distinto e dinamico del sensibile (dell’uomo, in questo caso).

L’uomo concreto, con le sue specificità, è allo stesso tempo già uomo, in quanto oggettivamente originato da altri uomini ed anche, contemporaneamente, destinato a diventare uomo tramite il suo avvicinarsi progressivo a tutto ciò che di specifico l’uomo come archetipo esprime rispetto a tutte le altre realtà e che l’uomo concreto non ancora è. L’uomo al concepimento, ad uno sguardo esoterico tradizionale, è già tale in quanto “nuova sintesi operativa e vivente originata da genitori umani” e non ancora tale nella misura in cui non sia ancora pervenuto al compimento propriamente umano di se stesso.

In questo senso, se guardando le cose dal punto di vista dell’eternità dell’Essere è legittimo ritenere che le categorie gnostiche dividenti gli uomini in ilici (votati al soddisfacimento pulsionale degli istinti tramite l’appagamento dei sensi), psichici (votati al soddisfacimento pulsionale degli istinti tramite la sublimazione etica e razionale) e pneumatici (gli uomini veri e propri, pervenuti alla libertà consapevole) siano in fin dei conti delle classi di appartenenza di tipo ontologico (cioè in cui ci si nasce), dall’altro, sul piano dell’esperienza sensibile, queste stesse categorie possono e devono essere ricomprese in senso evolutivo. Colui che sul finire della propria vita si sarà radicalizzato in una condizione per così dire ilica, potrà solo allora essere valutato essenzialmente come ilico; colui che sul finire della propria vita si sarà radicalizzato in una condizione per così dire psichica, avrà all’inizio del cammino dovuto attraversare necessariamente anche la fase in cui essere riconosciuto temporaneamente come ilico; colui che si scopre pneumatico, scopre anche d’avere attraversato il momento ilico ed il momento psichico, prima d'essere pervenuto alla sua eredità.

Quanto detto si riflette sul piano politico sia in termini di diritti del cittadino, che in termini di governance. Sul piano dei diritti, appare chiaro come una politica che si voglia conformare all’ordine di senso del reale, ovvero al movimento esperienziale dell’Universo verso gradi di coscienza sempre più elevati (cioè verso ciò che la religione exoterica chiama “comunione col divino” o che Nicola Cusano chiama “quadratura del cerchio”), debba prevedere una serie di diritti di base per tutti, ilici compresi, che configurino nello statuto di “cittadino” chiunque nasca (naturalmente o tecnologicamente) in una condizione biologica umana (cioè avente forma/consistenza umana ed essendo proveniente da materiale genetico umano preesistente).

L'esistenza di diritti umani universali riconosciuti all’uomo in quanto nato tale si mostra indispensabile, sul piano di una concezione evolutiva esoterica tradizionale della persona, per fornire la base materiale dello sviluppo, in questo piano di realtà, all’uomo pneumatico così come, relativamente, anche allo psichico, lì dove si siano trovati a nascere (politica magistrale da parte degli iniziati). Se da un lato, infatti, i diritti umani possano effettivamente dirsi “sprecati” per coloro che si ritrovino a vivere come bestie, dall’altro non è affatto detto che il trovarsi nella circostanza di vivere da ilico in alcune fasi preliminari della propria vita debba per forza precludere un'evoluzione in senso psichico od addirittura pneumatico, né è detto che il contesto d’origine di nascita condizioni in senso deterministico la natura dell’umano che da lì muoverà verso la vita.

Le ultime assunzioni di cui sopra permettono di sottolineare alcuni dati importanti per comprendere il problema della governance. Se da una parte è vero che solo gli uomini più evoluti possano vivere e gestire sensatamente e senza abuso i diritti umani, dall’altro è vero anche che questi futuri (sul piano sensibile) esseri pneumatici (ed in forma ben minore anche gli psichici) possono nascondersi ovunque: in assenza di diritti umani e del cittadino universalmente attribuiti (come l'azione politica magica -sopruso di pochi su molti, tramite preclusione delle conoscenze- di numerosi iniziati prevede), non solo si rischia agevolmente di togliere sostegno materiale agli eletti ovunque essi si trovino a venir al mondo, ma anche si scade nella presunzione, tutt’altro che degna di uno pneumatico, di credere che le qualità spirituali siano trasmissibili ipso facto entro la propria cerchia e per il solo tramite della propria volontà, se non del proprio sangue: questo, in barba ad ogni considerazione precedente sulla consistenza ontologica di ciascun individuo sul piano eterno.

Il sedicente pneumatico che, in virtù del suo auto-attribuito (dinamica attributiva in sé inevitabile e giusta) status, volesse arrogarsi il potere di sottrarre diritti umani e del cittadino fuori dalla sua cerchia, non solo tradirebbe tutti quegli eletti che fuori di tale cerchia si trovassero a venir al mondo, ma tradirebbe anche la sua stessa coscienza della realtà, ricadendo nelle medesime presuntuose ed auto-referenziali dinamiche nepotistiche e classiste che furono già degli antichi regimi fondati sul sangue (tribalismo > condizione ilica) o delle dittature ideologiche d’ogni tempo (classismo > condizione psichica) e che in se stesse sconfessano automaticamente la sua stessa pretesa elezione.

D’altra parte, è anche vero che la necessaria ed indispensabile estensione universale di diritti umani e del cittadino, tesa a proteggere chi di tali diritti potesse giovarsi ovunque egli fosse, non possa giungere a giustificare sensatamente una sovranità pro-quota senza distinzioni, riconosciuta a chiunque si trovi a vivere in una data comunità, a prescindere dalla propria condizione evolutiva (non tanto culturale, quanto di coscienza): in questo senso paiono trovare legittimità tutti quei determinati movimenti iniziatici che, oggi come ieri, promuovono una gestione elitaria del potere improntata sulla cosiddetta “aristocrazia spirituale”. Estensione universale di diritti umani e del cittadino e riserbo della catena di comando e dello stesso specifico diritto elettivo a chi li sappia gestire con migliore profitto, non sono condizioni alternative l’una all’altra, così come il riconoscere la natura ontologica di ilici, psichici e pneumatici non è alternativo all'esperienza storica per cui, anche da soggetti circostanzialmente percepiti come ai più bassi livelli d'evoluzione, possano poi emergere delle eccellenze.

Pare sia una gestione su base spirituale* e non semplicemente tecnico-efficientista** o corporativa*** della meritocrazia tramite, ad esempio, precise modalità sociali (un esame di educazione civica?) per accedere al diritto politico di votare ed essere votati, in base alla maturità riconosciuta, in un contesto del genere, a poter fornire lo strumento materiale e sociale per il discrimine (che da esoterico si fa politico) "del grano dalla pula", per il maggior profitto di tutti.

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* Ovvero fondata sull'effettiva evoluzione della persona in direzione del Sé e nel contesto di una ricompresa unità di coscienza con la realtà e con gli altri;
** cioè fondata sulle sole abilità strumentali;
*** giacche nessuna iniziazione virtuale, di per sé, garantisce maturità ed anzi la sudditanza ad un ego collettivo costituisce un livello più basso di consapevolezza.

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