lunedì 19 dicembre 2016

L'evoluzione universale


Per comprendere appieno il significato esoterico del Santo Natale, attestato per la prima volta nella sola Basilica di San Pietro in Roma da un cronografo del 354, non pare sufficiente l’associazione alla festa del Natalis Invicti, la quale, peraltro, viene introdotta da Aureliano soltanto nel 275, quindi già in epoca di diffusione cristiana. L’evento astronomico del Solstizio d’Inverno costituisce soltanto l’aspetto materiale di un simbolo che riguarda l’intera esperienza umana, dalla sua nascita, alla sua morte, al suo mistero: la storia dell’Eroe Solare diventa il punto di contatto fra un’iniziazione universale e l’iniziazione personale d’ogni senziente. Dal punto di vista morfologico, il Santo Natale si presenta come la celebrazione di un Fanciullo Divino, la cui natività è posta esattamente a 12 gg da una precedente Festa della Luce ed a 12 gg da una successiva Epifania. Il 13 Dicembre, Santa Lucia commemora il sacrificio della fede: alla rinuncia del mondo corrisponde l’apertura dell’occhio spirituale; il 6 Gennaio, la venuta dei Magi celebra la manifestazione urbi et orbi del medesimo oggetto di fede che fu già della vergine siracusana; la mezzanotte tra il 24 e il 25 Dicembre, la venuta al mondo del Salvatore celebra la trasformazione nella grotta. Nella simbologia ariana, dire grotta significa dire “passaggio” tra le due cime di una Montagna Sacra che raffigura non solo il nord da cui il sole sorge e verso cui il sole tramonta, ma, per estensione, la terra degli Déi ed il seno dei patriarchi (basti ricordare, a titolo d’esempio, che sia la tradizione latina, che quella ebraica, che quella greca –ovvero le tre radici della cultura occidentale- identificano il monte con le divinità e contemporaneamente con la terra dei padri. L’Olimpo, il Sinai ed il Colle Capitolino sono sede degli Déi; sotto il Golgota sarebbe sepolto il cranio di Adamo; Capitolino sta per “caput Olo”).


Il 12 è il raddoppiamento del 6 che a sua volta indica la dualizzazione del 3, il quale riassume la totalità delle esperienze materiali della coscienza. Il 3 rappresenta il processo poi definito da Hegel tramite i termini “tesi, antitesi, sintesi”, ma anche i tre parametri di energia, spazio, tempo con cui i senzienti incontrano l’Essere. Il 6 rappresenta la totalità del mondo materiale, indicando gli estremi dei 3 suddetti assi percettivi: alto, basso, avanti, dietro, destra, sinistra (il centro della croce solida formata dall’incrocio dei tre assi, il 7, rappresenta il senso, ovvero l’attribuzione di significato). Il 12, rappresentando la specularità del 6, ovvero l’esperienza della materia nella duplice prospettiva soggettiva e collettiva, sta ad indicare la pienezza, il non plus ultra dell’incontro fra percipienti e percepibili. Il Santo Natale si presenta come il momento centrale di una trilogia rappresentante il sacrificio di sé rispetto alla materia e che apre lo sguardo verso una possibilità di trasformazione (le doglie del parto) in direzione del mondo, veicolante cioè un rinnovamento ad intra (natività) capace, in un secondo momento, di proiettarsi ad extra. Se per “iniziazione” si volesse genericamente indicare (con Hegel) un processo quantitativo d’acquisizione di consapevolezza, teso alla trasformazione qualitativa del senziente, allora si dovrebbe riconoscere che tale processo riguarderebbe tanto l’umanità in quanto gruppo (ancora con Hegel), che la persona in quanto individuo: nella celebrazione trilogica del Santo Natale, questi due aspetti sono simbolicamente presentati in termini analogici, per cui non c’è vero rinnovamento collettivo (parto di Maria –lato est della montagna sacra di cui la grotta è il centro-; riconoscimento dei magi) senza evoluzione personale (martirio di Lucia; doglie di Maria –lato ovest della montagna-) e non c’è vero rinnovamento personale (doglie) senza spesa di sé nel reale (parto). Detto ciò, quello che il Santo Natale aggiunge è l’annuncio del modus con cui l’iniziazione universale e personale si sostengono e sospingono a vicenda: il sacrificio dell’attaccamento alla materia per lo sguardo spirituale (dell’Ego per il Sé, direbbe Jung), anche grazie all’esempio dei Grandi Iniziati della Tradizione (nella fattispecie del Natale, il Cristo); la spesa dei Sé maturi per l’evoluzione altrui, nella prospettiva della Pasqua.

1 commento:

  1. Infine, come circa un mese prima di Santa Lucia si celebra San Martino, festa tradizionalmente legata alle lanterne, così circa un mese dopo l'Epifania si celebra la Presentazione, festa tradizionalmente legata alle candele. Le feste diventano 5, numero simbolico della “stella” Venere, la portatrice di Luce, ovvero della coscienza che domina i quattro elementi. Il 5, all’interno di questo schema liturgico calendariale, indica implicitamente come questo ciclo di feste costituisca effettivamente un processo iniziatico.

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