venerdì 13 giugno 2014

EXO, ESO

  Comunque dicano i vàrii Renè Guenon, il Cattolicesimo resta un percorso iniziatico. Non sto parlando del fatto che, letteralmente, esso dichiari che per accedervi occorra affrontare una "iniziazione": la disciplina dell'arcano, nel senso di "segretezza" con cui tale dinamica era intesa nei primi secoli dell'era volgare, è oramai acqua passata, anzi, il Cattolicesimo si fa (giustamente) gran vanto (davanti alle varie sétte e/o massonerie), di giocare "a carte scoperte" sin da sùbito, senza pericolo di aderirvi "alla cieca".
  Il Cattolicesimo, invece, è un percorso iniziatico perché richiede dalla vita dei discepoli un'incarnazione di valori che è l'unica strada per capire davvero ciò ch'esso  professa, trasmette, vive. Le varie sétte iniziatiche tuttora esistenti, compiono l'ENORME errore di confondere la Comprensione con la conoscenza razionale di significati, sensi, simboli, finalità: non così il Cattolicesimo.
  Il Cattolicesimo è considerato "dogmatico", anziché "iniziatico", per il semplice fatto di avere definito con gli strumenti del linguaggio logico la propria dottrina: siccome tutto è codificato a parole, ossia in concetti, allora il mistero custodito dalla realtà -e che solo il simbolo sa comunicare nel suo rivelo/ri-velo, sarebbe per sempre perduto dal percorso cattolico. Non è così.
  Il Cattolicesimo usa le parole della sua dottrina come simboli: non "segni" che contengono l'esercizio mentale (umano) dei teologi, ma proprio simboli.
  Il Cattolicesimo dice "transustanziazione", "mistero", "Trinità", "ascensione" e poi articola questi dettati in un insieme logico di parole che li descrivano (Aquinate docet): ma non per questo smette di essere un percorso iniziatico.
  Il Cattolicesimo riconosce alla Parola il valore di rivelazione, proprio nei termini in cui, secondo Guenon, ogni autentico simbolo è in effetti una "rivelazione".
  Non è possibile, infatti, sapere qualcosa della transustanziazione senza avere una vita eucaristica; non è possibile intenderre "mistero", "Trinità" o "ascensione" senza essere inseriti nel percorso di sequela.
  Il Cattolicesimo è essoterico in quanto, da subito, annuncia al mondo "di che si tratta": ma "di che si tratti", il mondo, non può capirlo, proprio come non capiva il Signore che parlava pubblicamente in parabole (anch'esse costituite di parole logicamente decodificabili), mentre solo a chi condivideva la Sua vita, riservava la parte più "ghiotta", l'esoterica, quella che davvero innestava l'uomo nella Sua vita nuova. "Vita nuova" che non è "un nuovo sguardo" (mentale) sul mondo, per quanto ricco di conseguenze pratiche, ma un tutt'uno con la sequela stessa.
  Ecco perché il Cattolicesimo è un percorso esoterico "nonostante" la teologia: perché la teologia è "parola trasmessa" attraverso il percorso dei fedeli che la formulano, anzi: è il percorso dei fedeli "fatto parola". E un percorso vitale, si sa, può essere raccontato, ma il suo racconto può diventare "vita nuova" solo nel momento in cui una nuova vita si incammina sul sentiero che gli è stato narrato.

Nessun commento:

Posta un commento