Per affrontare correttamente
l’argomento dell’uso evolutivo del simbolismo animale, occorre anzitutto
distinguere fra tre categorie: 1) animali totemici, 2) animali guida e 3)
animali di potere.
1) “Totem” è un termine che, in
Europa, può essere utilizzato soltanto impropriamente, dal momento che si trova
strettamente legato alle civiltà nord-americane preesistenti alla conquista da
parte dell’uomo bianco: esso presuppone una concezione animista della realtà
che prevede l’esistenza di un Grande
Spirito cosmico, il quale si declina in una miriade di forze che si
manifestano all’uomo sotto la forma di ogni ente ch’esiste. Se, per compararci
ad un lessico europeo, accettassimo di paragonare il Grande Spirito all’Anima Mundi dei pensatori
rinascimentali, potremmo intendere gli animali totemici come quelle sue
particolari declinazioni "incarnate" nelle peculiarità comportamentali e
percettive di una data famiglia di sangue, piuttosto che di un dato popolo: un
po’ come gli animali araldici che, in
Europa, descrivono l’indole di una stirpe svettando dagli scudi di ciascuna
linea genealogica familiare. L’animale totemico non è mai soggettivo,
riguardando sempre una linea di sangue od una stirpe od un popolo od una
determinata civiltà: l’aquila è l’animale totemico del senato romano, mentre la
lupa è l’animale totemico del popolo; il picchio è l’animale totemico dei
piceni stanziatisi nelle Marche prima ancora della nascita di Roma, tant’è vero
che, ancora oggi, la Regione lo porta disegnato sulle proprie insegne; il
grifone bicefalo fu l’animale totemico dei Romanov, ecc.
2) L’animale guida è una figura
che rientra nella medesima concezione animista già descritta e parimenti,
indica una specifica energia in cui si declina verso l’uomo l’Anima Mundi:
mentre l’animale totemico indica però l’indole collettiva di un dato gruppo umano, legato da una certa discendenza
di sangue o da una certa psicologia sociale dovuta alla comune appartenenza
culturale, l’animale guida definisce una energia di cui lo sciamano si giova per
viaggiare tra i mondi sottili, allo scopo di portare a termine la sua funzione
sociale. In un viaggio sciamanico, l’animale guida si offre all’operatore
come quella specifica energia in grado di orientarlo nel suo operato: lo
sciamano potrà in un caso invocare diversi animali guida a seconda delle
operazioni che andrà a compiere oppure, in un secondo caso, si gioverà di un
solo animale guida che con la sua simbologia, esprima su quali atteggiamenti il
singolo sciamano possa fare leva, data la sua soggettività.
3) Gli animali di potere si
dividono in due sotto-categorie ricalcanti, per certi aspetti, i due
atteggiamenti che, si è visto, lo sciamano può assumere verso gli animali guida ed anche questi simboli si rifanno alla concezione animista. 3a) la prima categoria di animali di potere include quelli che
stanno al soggetto come gli animali totem stanno ai gruppi: ogni soggetto
scopre nella sua vita un animale di potere e nel confronto con le
caratteristiche di questo, scopre progressivamente le proprie qualità
intrinseche, ma spesso a lui stesso sconosciute: gli animali di potere di
questo tipo accompagnano il soggetto dalla culla alla bara e non sono in alcun
modo sostituibili, facendo talmente parte della persona da esserne in pratica
l’alter-ego; 3b) la seconda categoria
di animali di potere include quelli che, in qualche modo, si manifestano al
soggetto in determinati periodi, per illuminarlo simbolicamente sulla
circostanza ch’egli vive in quel momento: essi possono illustrare un
atteggiamento temporaneo del soggetto, così come l’atteggiamento più opportuno
da tener in una data situazione, così come la situazione stessa nelle sue
qualità energetiche.
Come si individuano gli animali
simbolici dei tre gruppi? Esistono sostanzialmente due metodi, uno di tipo
epifanico, con l’incontro reale di un certo animale in circostanze rilevanti ed
uno di tipo meditativo.
Nel primo caso, il soggetto
incontra fisicamente l’animale in un
contesto significativo come ad esempio, nella ricerca del proprio animale di
potere personale (3a), la circostanza di essersi recato appositamente in un
luogo selvaggio in modo rituale (cioè affrontandovi preghiere, digiuni, silenzi
ecc.), al fine di vedersi comparire davanti un animale che segnali il suo
valore simbolico attraverso un comportamento significativo per il cercatore
stesso. Un altro modo “epifanico” d’incontro con animali energetici, stavolta
sia totemici (1) che appartenenti ad entrambe le sotto-categorie “di potere”
(3a-b), riguarda quegli avvenimenti che Jung chiama sincronicità: il cercatore sta pensando o facendo qualcosa inerente
il suo percorso, l’auto-comprensione di se stesso e/od eventi e dinamiche
tipici del suo gruppo ed in più di un’occasione, si verifica la concomitante
apparizione di uno specifico animale: in questo caso, il soggetto comincia, con
il susseguirsi delle coincidenze fra agito/pensato ed apparizioni, a
riconoscere un nesso di valore simbolico e chiarificatore, fra i due fenomeni
apparentemente slegati fra loro.
Il secondo metodo, più frequente,
è quello utile a riconoscere animali energetici di tutte quante le tre categorie
(totemici, guida e di potere “a+b”): tramite un viaggio sciamanico od
un’opportuna meditazione, anche guidata dalla voce di un soggetto esterno, il
cercatore entra in contatto con l’immagine mentale di un animale, del quale poi
dovrà andare ad indagare le caratteristiche, al fine di ottenere un responso
utile.
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