Realizzare uno strumento cerimoniale d'antica tradizione come la cosiddetta bacchetta "magica" (aggettivo posto tra virgolette, in quanto di uso comune, ma fuorviante, poiché a "magia" si possono ascrivere numerose accezioni, che vanno dalla superstizione alla quantistica) può fornire l'occasione per comprendere sia come la Scienza Sacra intenda il contesto energetico della realtà (e la sua fruizione), che per iniziare a chiedersi cosa considerare (e "come") nella progettazione di un rituale. Siamo, con la nostra coscienza, l'origine del reale in termini ontologici, ma il rapporto che ci lega ad essa ci rende anche ontologicamente relazionali: la priorità della coscienza sulla realtà, che pure è oggettiva, non può esser interpretata in termini strettamente egocentrici e sul piano della gestione energetica e volitiva, questo implica sempre un'attenta valutazione delle condizioni ambientali del proprio operato, concomitante alla conoscenza preventiva di se stessi.
1) Conoscere il proprio tema
natale può fornire indicazioni circa la propria contestualizzazione energetica
di partenza nel mondo, nonché i propri punti di forza dai quali la bacchetta
può trarre energia ed i punti di debolezza cui le qualità intrinseche della
bacchetta dovrebbero sopperire.
2) La bacchetta (nella foto, un esemplare tradizionale brasiliano) serve a
catalizzare e direzionare un'intenzione, quindi la seconda cosa da fare è
stabilire che tipo d'intenzionalità si tendano a coltivare e si voglia/si sia
portati a dirigere.
3) A quel punto va
individuato il legno. Si comincia dando un'occhiata a schemini tradizionali sul
significato delle essenze per farsi un'idea di cosa andar a cercare. Quando si
restringe il cerchio a 3-4 essenze reperibili con relativa facilità, si
comincia a studiare le piante in oggetto: che tipo di fisiologia hanno? Come
crescono, con che forma? Tendono a verticalizzare o a strisciare? Tendono al
sole o alla penombra? Che tipo di terreno e di clima amano? Che stagione prediligono
per fiorire? Che tipo di carattere hanno? Hanno proprietà curative e/o
velenose? Che significati simbolici hanno ricevuto tradizionalmente, per
analogia con le loro qualità? Che caratteristiche energetiche si possono dedurre su
di esse per analogia, alla luce di ciò che quelle pianta sono? Alla luce di
tutto ciò e dei punti 1 e 2, qual è la pianta adatta da usare?
4) Identificata l'essenza,
tocca trovare la pianta fisica. Una volta trovata, andrebbero valutate
anche le caratteristiche peculiari di quella specifica pianta, che magari ha
scelto di crescer in un punto curioso e con una forma curiosi, tali da meritare
considerazione nella valutazione simbolica dell'essenza. Come rispetto per la
pianta sarebbe meglio trovare un ramo già staccato, ma è anche vero che un ramo
tagliato in luna piena ha il massimo delle energie; per contro, un ramo
tagliato di fresco rischia di accumulare l'energia contrastante del taglio,
specialmente perché in luna piena il taglio fa più male: di conseguenza il ramo
tagliato è più potente, ma meno controllabile, perciò ritengo opportuno sia
evitare di tagliare quegli alberi che più di altri odiano essere potati, che
scambiare confidenza e chieder il permesso alla pianta prima di procedere e poi ringraziarla (anche con un'offerta) a cesura ultimata.
5) La data di raccolta (una
volta già individuate la pianta e la parte) e la data d'inizio lavorazione
andrebbero a parer mio pianificate alla luce del tipo d'energia che si vuole
attribuire alla bacchetta: raccogliere un ramo in fiore o un ramo a cui stanno
cadendo le foglie non è la stessa cosa, così come non è la stessa cosa iniziar
a lavorare al solstizio d'inverno (Natale del Signore), al solstizio d'estate (festa di San
Giovanni) o alla vigilia di Ognissanti.
6) L'inizio e la fine della
lavorazione andrebbero segnate da momenti di raccoglimento attorno a se stessi,
alla pianta, alla realtà ed al lavoro che si sta inaugurando/ terminando: li si
può vivere con un cerimoniale, con una preghiera o con una meditazione, a
seconda dell'approccio magico, religioso o gnostico, che si coltiva.
7) In particolar modo
scanditi, prima del concedo dal lavoro realizzativo, andrebbero i momenti in
cui: A- il ramo viene dimensionato secondo il “cubito personale”, ovvero la
misura che va dalla punta del dito medio alla "noce" del gomito; B- l'impugnatura cava
viene colmata con materiali vitalizzanti (essenze vegetali, minerali,
preghiere/invocazioni scritte, reliquie) analoghi all'energia verso cui s'intende operare e perciò volgere la bacchetta; C- la bacchetta viene incisa con
eventuali simboli appartenenti al proprio retroterra spirituale, confacenti ai
fini della bacchetta ed alle qualità dell'operatore.
Ps: Nel caso
il materiale usato per la bacchetta non fosse un legno, ma dell’osso o della pietra, andrebbero considerati superflui i pp. 4 e 5.
Per approfondire: http://www.treccani.it/enciclopedia/magia_(Enciclopedia-delle-scienze-sociali)/
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